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Valeriana officinalis
Enciclopedia naturale

Valeriana

FAMIGLIA: Valerianaceae.
 
HABITAT: è comune nel sottobosco umido, al margine dei fossi e dei corsi d’acqua in tutta l’Europa.

PARTE USATA: il rizoma con le radichette.

PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco nebulizzato e titolato in acidi sesquiterpenici totali calcolati come acido valerenico min. 0,42% (Farmacopea Italiana X). La posologia giornaliera utilizzata negli studi pubblicati in letteratura è di 4-6 mg/kg/die, suddivisi in due somministrazioni, l’ultima delle quali va presa circa 30 minuti prima di coricarsi. Gli studi suddetti sono stati fatti utilizzando per la gran parte l’estratto secco col titolo indicato in precedenza.

COMPOSIZIONE CHIMICA: è una droga ricca di sostanze di natura terpenica, in particolare sesquiterpeni e iridoidi. I sesquiterpeni sono dei composti ossigenati acidi (acido valerenico, acido idrossivalerenico, acido acetossivalerenico), cetonici (valeranone), alcoolici (maaliolo, valerianolo, alcool kessilico) e aldeidici (valerenale). Gli acidi valerenici sono presenti solo nella Valeriana officinalis, ma non in altre specie del genere Valeriana. Gli iridoidi sono caratteristici e tipici della specie, e sono degli esteri lipofili di trioli derivati dall'iridano. Il tenore in valepotriati va dallo 0,5 all'1,2%, ma questi composti sono fortemente instabili e si decompongono rapidamente, trasformandosi in aldeidi insature quali il baldrinale e l'isopropilbaldrinale. Contiene anche moderate quantità di olio essenziale, circa lo 0,5% del peso della droga secca, composto sia da monoterpeni sia da sesquiterpeni.

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE
Azione sul sistema nervoso centrale: è una droga attiva sul sistema nervoso centrale, sul quale esercita azione sedativa e ipnoinducente. Studi in vivo su modelli animali  mostrano in effetti una diminuzione dell'attività locomotoria, dell'aggressività e risultavano genericamentwun'attività genericamente tranquillante.
Tali proprietà sono state attribuite ai valepotriati, ma essi sono composti assai labili e sono presenti negli estratti di valeriana in quantità piccolissime. Inoltre sono distrutti dal succo gastrico, anche se i prodotti di degradazione che si formano, come ad esempio il baldrinale, sembrano dotati di attività farmacologica sul sistema nervoso centrale.
Anche i sesquiterpeni paiono dotati di azione sedativa di tipo centrale, forse dovuta in parte a inibizione della GABA transaminasi, il che conduce ad un aumento di questo aminoacido dotato di potente attività sedativa e in parte al fatto che queste sostanze sembrano capaci di legarsi ai recettori cerebrali per le benzodiazepine.
Sono anche stati fatti studi sulla capacità dell'estratto acquoso di Valeriana di influenzare la cattura e/o il rilascio del GABA nei sinaptosomi isolati dalla corteccia cerebrale del ratto. Si è notato che la droga inibisce la cattura e stimola il rilascio del GABA.
Molto interessante è l'osservazione che l'estratto totale di valeriana è in grado di competere con il fluorodiazepam nel legame ai recettori per le benzodiazepine del cervello del criceto. L'intensità di questa competizione è circa sette volte maggiore  per i valepotriati e i sesquiterpeni presi isolatamente rispetto a quella dell'estratto totale della valeriana.
Dati ancora più recenti indicano che a basse dosi la valeriana favorisce il legame del flunitrazepam ai propri recettori, mentre a dosi più elevate svolge azione antagonista sul legame suddetto.
Altri dati indicano che la valeriana stimola la produzione di GABA da parte delle cellule ippocampali e inibisca la ricattura del GABA da parte dei sinaptosomi.
Esperimenti eseguiti nel ratto hanno dimostrato che i sesquiterpeni, e in particolare l'acido valerenico, riducono notevolmente la motilità dell'animale, grazie ad un'azione depressoria a livello del sistema nervoso centrale. Ciò sembra ulteriormente confermato dal fatto che queste sostanze potenziano l'azione depressoria centrale dei barbiturici e prolungano il sonno indotto da queste sostanze.
Interessante è anche l'osservazione che il fitocomplesso della Valeriana possa aumentare l'azione ipnotica della melatonina sul sistema nervoso centrale.
Gli effetti sul sistema nervoso centrale del fitocomplesso della Valeriana sono anche stati paragonati a quelli del diazepam e della cloropromazina, e si è notato che sono simili a quelli di questi farmaci, ma la loro intensità è notevolmente minore.
In questo studio si è valutata l’azione dell’estratto di valeriana mediata dai recettori A1 dell’adenosina sui potenziali postsinaptici in cellule piramidali della corteccia cingolata del ratto. Si è osservato che la N(6)-cyclopentiladenosina (CPA, 0.01 - 10 muM), un agonista del recettore dell’adenosina A1, inibiva i potenziali postsinaptici in modo concentrazione dipendente. Tale inibizione era annullata dalla 1,3-dipropil-8-cyclopentilxanthina (DPCPX, 0.1 muM), un antagonista del recettore A1 dell’adenosina. L’estratto di valeriana Ze 911 inibiva in modo concentrazione dipendente i potenziali postsinaptici a partire dalla concentrazione di 0,1 mg/ml in presenza di un antagonista del recettore A2 dell’adenosina come la  1,3,7-trimethil-8-(3-chlorostyril) xantina (CSC, 0.2 muM). L’inibizione massima si aveva alla concentrazione di 10 mg/ml era completamente antagonizzata dal DPCPX alla concentrazione di 0,1 muM. Questi dati indicano che l’attivazione del recettore A1 dell’adenosina è coinvolta nell’effetto farmacologico della valeriana.
Uno studio in vitro ha esaminato gli effetti di tre estratti di valeriana (metanolico, etanolico ed etilacetico) sui potenziali postsinaptici nei neuroni corticali della corteccia cingolata. Si è visto che l’estratto metanolico induceva una forte inibizione dei potenziali suddetti a concentrazioni comprese tra 0,1 e 15 mg/ml, mentre l’estratto etanolico aveva effetti molto scarsi. L’inibizione indotta dall’estratto metanolico era abolita dal 1,3-dipropyl-8-cyclopentylxanthine (DPCPX, 0.1 microm), un antagonista del recettore A1 per l’adenosina. L’estratto etanolico aumentava i potenziali postsinaptici, e tale effetto era bloccato dalla picrotossina, un antagonista selettivo del recettore GABA-A. Lo studio indica che l’attivazione dei recettori A1 per l’adenosina e di quelli GABA-A è mediata da differenti composti presenti nel fitocomplesso della valeriana, e che entrambi questi meccanismi sono utili per l’azione sedativa e ipnoinducente di questa droga.
Uno studio nel ratto ha valutato l’effetto di tre diversi estratti di valeriana (metanolo al 45% o etanolo al 70% o etanolo al 35%) sul sistema nervoso centrale, in particolare per quanto riguardava l’azione sedativa e ansiolitica. Si è visto che anche a dosi molto elevate pari a 500 mg/kg/die nessuno degli estratti testati svolgeva azione sedativa, ma l’estratto metanolico e quello etanolico al 35% esibivano un’evidente azione ansiolitica a dosi comprese tra 100 e 500 mg/kg/die. Inoltre l’estratto etanolico al 36% mostrava di avere anche un’azione antidepressiva nel forced swimming test. Nessuno degli estratti studiati aveva azione miorilassante alle dosi testate. Lo studio indica che l’estratto metanolico e soprattutto quello etanolico al 35% di valeriana hanno una significativa azione ansiolitica e in parte anche antidepressiva nel ratto.
Uno studio in vitro ha valutato l’azione antiossidante della valeriana sul tessuto cerebrale. In particolare si esaminava l’effetto di questa droga a concentrazioni comprese tra 0 e 60 mug/ml sulla lipoperossidazione indotta da diversi agenti pro-ossidanti quali l’acido chinolinico, l’acido 3-nitropropionico, il nitroprussiato di sodio, il solfato di ferro e il Fe2+EDTA in un omogenato di tessuto cerebrale. Si esaminava anche l’effetto della valeriana sulla degradazione del desossiribosio e sulla produzione di ROS. Si è visto che l’estratto di valeriana inibiva la formazione dell’acido tiobarbiturico causata da tutti i pro-ossidanti suddetti in modo concentrazione dipendente. Inoltre esso causava una significativa riduzione della lipoperossidazione e della degradazione del desossiribosio. Anche la produzione di ROS era inibita dall’estratto di valeriana. Lo studio indica che questo estratto riduce la lipoperossidazione indotta dalle sostanze pro-ossidanti e la formazione dei ROS nel tessuto cerebrale, e che tale effetto può essere importante per spiegare l’azione farmacologica della valeriana sul SNC.

Azione spasmolitica: sia i valepotriati sia i sesquiterpeni sono dotati di azione spasmolitica sulla muscolatura liscia del tubo gastroenterico. E’ stato dimostrato che i valepotriati e il valeranone presente nell’olio essenziale causano una riduzione delle contrazioni ritmiche dell’ileo di cavia in vivo e riducono le contrazioni indotte dal potassio e dal BaCl2 in vitro.
La valeriana è anche in grado di ridurre consistentemente le contrazioni delle fibrocellule muscolari liscie indotte dal potassio in vitro, anche quando i recettori autonomi sono bloccati dai recettori specifici, con un’efficacia simile a quella della papaverina nell’inibire le contrazioni da BaCl2. Pertanto questa droga rilassa la muscolatura liscia agendo probabilmente come un agente muscolotropo e non interagendo coi recettori del sistema nervoso autonomo.

Indicazioni principali: sindrome ansiosa, disturbi del sonno.

Azione prevalente: sedativo-ansiolitica e ipnoinducente.

Altre azioni: antispasmodica viscerale.

EFFETTI  COLLATERALI: Recentemente sono stati segnalati alcuni casi di delirio e di complicazioni cardiache a tipo tachicardia sopraventricolare con aritmie di tipo fibrillatorio in pazienti che assumevano alte dosi (900 mg/die) di estratto secco titolato di valeriana per periodi di tempo prolungati.

CONTROINDICAZIONI: A dosi elevate potrebbe provocare moderati danni epatici, con modico rialzo delle transaminasi e della gamma GT.
A dosi elevate (12 mg/kg) queste sostanze possono causare un ritardo dell’ossificazione nel feto, senza alterare la durata e il decorso della gravidanza. Non sono stati osservati cambiamenti significativi nell’aspetto istologico dei vari organi dell’animale e nei valori degli esami ematochimici eseguiti. Pertanto è controindicata in gravidanza e durante l’allattamento. Non somministrare in bambini di età inferiore ai 6 anni.

INTERAZIONI FARMACOLOGICHE: La valeriana non dovrebbe essere usata in concomitanza coi barbiturici perché potrebbe verificarsi un'eccessiva sedazione.
Uno studio nel ratto ha valutato se l’associazione tra la valeriana e l’aloperidolo potesse indurre alterazioni nella funzionalità epatica e/o renale. La valeriana da sola non aveva alcun effetto tossico, mentre l’aloperidolo da solo riduceva i livelli di glutatione ridotto nel fegato ma non nel rene. L’associazione tra le due sostanze causava un aumento della lipoperossidazione e di sostanze reattive alla diclorofluoresceina nel tessuto epatico, senza alterazioni dell’attività degli enzimi antiossidanti endogeni a livello epatico e renale. La valeriana e l’aloperidolo da soli non modificavano l’attività dell’enzima renale delta aminolevulinato deidratasi, mentre le due droghe in combinazione provocavano una sua inibizione. I livelli plasmatici di transaminasi erano più elevati nei ratti trattati con l’aloperidolo da solo e ancora di più in quelli che ricevevano le terapia combinata. Lo studio indica che la valeriana data assieme all’aloperidolo può potenziarne l’azione epato e nefrotossica (51).

DATI TOSSICOLOGICI: La tossicità acuta di un estratto etanolico di valeriana somministrato al ratto per via intraperitoneale è molto bassa e pari a 3,3 g/kg. Dosi di 600 mg/kg sempre per via intraperitoneale somministrate per 45 giorni consecutivi non hanno provocato alterazioni nel peso degli animali e nei loro parametri biochimici ematici ed urinari. La somministrazione di 400 mg/kg di acido valerenico puro per via intraperitoneale al ratto ha provocato la morte di 6 animali su 7 per l'insorgenza di convulsioni.
 

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